TRANS SAHARA MARATHON, la spina nel fianco tolta.

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Conosci la sensazione di una spina nel fianco che cerchi di non sentire ma che è sempre là e ogni tanto punge? 

Per me questa spina è il mio ritiro del 2019 alla Oman Desert Marathon (link photo 2019). L’Oman Race l’avevo pensata quale mia ultima partecipazione ad una gara di corsa in un deserto. Ma i programmi, come spesso accade, mutano e non riuscii a completarla. Così nel fianco si infilò questa malefica spina che mi fece scrivere sulla mia Bucket List: ‘completare un’ultima gara di corsa nel deserto’.

Ora, dopo 5 anni, provo a spuntare quella casellina e chiudere con un’emozione positiva la mia ‘carriera’ di corridore del deserto. Non lo faccio solo ma ho stuzzicato un’altra persona che, come me, all’epoca aveva ‘subito’ il ritiro: Anna. 

Tempo, Morte e Amore: le ‘fisse’ di Zoras

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Zoras, come tutte le mattine, apre la finestra del suo locale-bar. Il sole filtra ancora ambrato, freddo, leggero; illumina la libreria del locale. Riscalda i libri vecchi, usati, stantii, vissuti. Libri che Zoras usa per viaggiare nello spazio e nel tempo. Il tempo: il suo cruccio. Quel bene a lui così prezioso che non vuole veder sprecato, usato goffamente, non compreso.

“Amore, tempo e Morte. Queste tre astrazioni collegano ogni singolo essere umano sulla terra…noi desideriamo l’amore, vorremmo avere più tempo e temiamo la morte”.

dal Film COLLATERAL BEAUTY

Too old for a TATOO!

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“Quand’è l’ultima volta che hai fatto qualcosa di diverso, che hai provato una nuova esperienza? Non lo ricordi? Pensa dunque a tutti quei giorni conclusi facendo sempre le stesse cose.”

ZORAS

Ho colto questa riflessione a seguito delle due: “sei troppo vecchio per…”; già ricevute in questo 2024!! La prima quando ho detto che ho iniziato a studiare in modo più deciso lo Spagnolo (“non siamo vecchi per imparare una lingua?”; “ma cosa ci serve alla nostra età!”); la seconda quando ho espresso il desiderio di farmi un tatuaggio (“un tatuaggio alla tua età !?!”; “ma sei vecchio per un tatuaggio!”). Uffa!

Non posso sottrarmi nel parlare di AGEISMO…

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…come posso farlo con un blog che si chiama TOO OLD TO (TROPPO VECCHO PER)! Come potrei non affrontare il tema dell’Ageismo?

Sai di cosa sto parlando?

Io non conoscevo questo termine e non avrei mai immaginato che le ‘sensazioni’ che mi hanno portato ad aprire questo blog avessero un nome!

Ageismo è un inglesismo che indica la discriminazione nei confronti di una persona o più persone in base all’età.

WIKIPEDIA

Un mondo perfetto, forse irraggiungibile, il mondo di ZORAS

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Mio malgrado, in questi ultimi mesi mi trovo con piacere a fare il cronista.

Cronista, per diletto, di quanto sta succedendo nei luoghi che frequento e che vedono ovviamente coinvolto in prima persona lo schivo e misterioso Zoras.

Chi narra non deve mai scordarsi di raccontare dove si trova con la storia e dunque: teatro di quanto andrò qui a raccontare è la Falesia di Rua con il vicino rione di Lucci. Il borgo (ove vive Zoras e da qualche mese mi sono trasferito anch’io), nonché le Valli e le creste che coronano e circondano questo piccolo microcosmo. E’ tempo, infatti, che si ritrovi ‘la storia’. E’ propio vero: tutte le vite hanno una storia, ma poche vengono scritte. E questa mi sembra giusto raccontarla. (Se vuoi approfondire, qui trovi la Biografia ricostruita di Zoras).

La biografia ricostruita

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Il ‘nostro’ Zoras nasce nel Dicembre 1955 a Lucci.

I genitori, la madre Egle ed il padre Christos, sono di origine Greca; hanno vissuto per molto tempo in quella che oggi si chiama Macedonia. Da quella che al loro tempo era la Jugoslavia di Tito, dove appunto vivevano e lavoravano, sono fuggiti nel 1944, poco più che ventenni, rifugiandosi prima in Friuli e poi raggiungendo uno zio (il fratello più giovane di 2 anni della mamma di Egle) che viveva presso Lucci.

L’ultima avventura di ZORAS

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Bisogna saperla ascoltare la montagna. Sapere quando è il caso di uscire ed affrontarla. Sapere quando invece è il caso di restare al tepore di casa o di un Rifugio. Questo è rispetto. C’è sempre qualcosa oltre quello che si vede, e sovente quello che si immagina diventa vero.”

“Quando mi trovo di fronte ad un paesaggio che mi prende particolarmente o in un frangente che mi scuote l’animo, mi infervoro, mi esalto, mi illumino.”

La vecchiaia ha la libertà e la bellezza di non aver più alcuna trama…

ZORAS

La MALINCHE e quel limite posto a quota 5.000 mt.

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Conosco amici che ogni anno festeggiano il compleanno, l’anno che si aggiunge, con una corsa di pari chilometraggio: 56 anni = 56 km. Questo può essere interessante per un runner, ma per un alpinista? Perché non festeggiare l’aumento dell’età con l’aumento di quota raggiunta? Così, per me, diventa: 56 anni = 5636 metri di altezza.

Il Pico de Orizaba mt. 5.636

Il Pico de Orizaba è un vulcano ed è la montagna più alta in Messico e la terza vetta più alta dell’America settentrionale. E’ ubicato nella parte orientale della catena montuosa dell’Eje Volcánico Transversal, sul confine degli stati federali di Veracruz e Puebla. Il vulcano è attualmente inattivo, ma non è estinto; le ultime eruzioni si sono verificate nel 1687. È il secondo picco vulcanico più importante al mondo dopo il Kilimanjaro in Africa. Il Pico de Orizaba è classificato 7 ° nel mondo come prominenza topografica. Il picco è uno dei tre vulcani messicani con neve e ghiaccio permanente. La vetta e le sue colline circostanti fanno parte di un parco nazionale.

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